PER NON DIMENTICARE
«Caro professore, sono un sopravvissuto di un campo di concentramento. I miei occhi hanno visto ciò che nessun essere umano dovrebbe mai vedere: camere a gas costruite da ingegneri istruiti, bambini uccisi con veleno da medici ben formati, lattanti uccisi da infermiere provette, donne e bambini uccisi e bruciati da diplomati di scuole superiori e università. Diffido - quindi – dell’educazione. La mia richiesta è la seguente: aiutate i vostri allievi a diventare esseri umani. I vostri sforzi non devono mai produrre dei mostri educati, degli psicopatici qualificati, degli Eichmann istruiti. La lettura, la scrittura, l’aritmetica non sono importanti se non servono a rendere i nostri figli più umani»
Anniek Cojean, “Les mémoires de la Shoah”
PIETRE D'INCIAMPO
Espressione di origine biblica (cfr. Lettera ai Romani, 9, 32-33) con la quale s'intende l'iniziativa dell’artista tedesco Gunter Demnig in memoria di cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti. L'iniziativa è partita negli anni Novanta del secolo scorso e si è diffusa poi in diversi paesi europei. Consiste in piccole targhe d’ottone, grandi quanto un sampietrino, collocate davanti la porta della casa nella quale abitò un deportato, e di questi ne recano il nome, l’anno di nascita, la data e il luogo della deportazione, e la data di morte. Scopo dell'iniziativa è preservare la memoria delle deportazioni, e l’inciampo rappresenta metaforicamente un invito alla riflessione. Gesù Cristo, il nostro Dio, Signore e Salvatore, può diventare una pietra d'inciampo: "per gli increduli la pietra che gli edificatori hanno riprovata è quella che è divenuta la pietra angolare, una pietra di inciampo e un sasso di intoppo". Se non sei credente o non segui la parola, inciamperai continuamente, non riuscirai a camminare spedito e continuerai a trovare dei sassi di intoppo sul tuo cammino.
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