DIALOGO |
«Perché guardi la pagliuzza che è negli occhi di tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo?»
(LUCA 6,14)
DIALOGO COME SPECCHIO
In questo brano di Luca, Gesù ci invita a riflettere sul nostro rapporto con gli altri. Camminare insieme significa specchiarsi l’uno nell’altro e correggersi a vicenda. Dobbiamo levare dal nostro cuore la fastidiosa sensazione che ci porta a giudicare gli altri, perché nel momento in cui puntiamo un dito verso qualcuno, le altre quattro dita sono rivolte verso di noi. Il difetto che correggiamo nel fratello molte volte rispecchia il nostro. L'altro è il nostro specchio e quando lo specchio si manifesta rappresenta un campanello d'allarme che mostra la parte più nascosta di noi. L'incontro con l'altro, inteso come diverso da sé, rappresenta in realtà un incontro con se stessi perchè l'altro riflette ciò che noi on riusciamo a vedere. Ahimè, quando Dio si specchia in noi trova molte volte uno specchio appannato e pieno di polvere. E ci dice:"Ehi voi, state attenti, perchè le vostre parole non rispecchiano i fatti, Rispecchiatevi in me, lasciatevi trasformare, perchè non ho scritto le mie leggi su una tavola, ma nel vostro cuore, nei vostri occhi, sulla vostra pelle".
"Il tradimento è l'arma di chi non ha dialogo"
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AGNESE MONACO |
DIALOGO E INTERCULTURA |
Qual è la condizione essenziale del dialogo? È la capacità di porsi dal punto di vista dell’altro.
(PAOLO FLORES D'ARCAIS)
CHI SONO IO?
Il primo specchio è il riflesso di quello che siamo adesso. Siamo tutti maestri nel proiettare sugli altri difetti e critiche, lo facciamo come autodifesa e non ci accorgiamo che, in realtà, proprio i difetti e le critiche che rivolgiamo agli altri, le stiamo rivolgendo a noi stessi. Quando incontriamo qualcuno che ci irrita, ci infastidisce e ci fa arrabbiare siamo nell’influenza del primo specchio. Questo specchio riflette attraverso il comportamento degli altri chi sono io nel presente. Quello di specchiarci è un gesto che tutti, quotidianamente, facciamo per controllare se siamo in ordine. Tutto ciò che ci irrita negli altri, è qualcosa che risuona dentro di noi perchè ci rappresenta. Il che vuol dire che ciò che nell'altro mi irrita, rappresenta una mia caratteristica, è un aspetto della mia personalità che mi appartiene, ma che non voglio o non riesco a vedere dentro di me. il primo passo verso una sana interculturalità è dialogare ed essere onesti prima di tutto con sé stessi. l'altro in assoluto è Dio. E? lo specchio supremo con cui ci confrontiamo ogni giorno. Quando Dio ci mette alla prova vuole porci di fronte ai nostri limiti, davanti ai quali dobbiamo chiedere: "Signore, quali sono ancora i miei blocchi? Cosa devo imparare da questa situazione?"