AFAR |
POLVERE NELLA BIBBIA |
«Tu camminerai sul tuo ventre e mangerai polvere tutti i giorni della tua vita»
GENESI 3,14
POLVERE COME UMILIAZIONE
Dall’uso metaforico della parola afàr per esprimere l’umiltà si passa alla polvere come simbolo stesso dell’umiliazione. Così è detto che davanti a Dio “s'inchineranno gli abitanti del deserto, i suoi nemici morderanno la polvere” (Salmo 72,4) e così mangerà la polvere il serpente in Genesi 3,14 «Sarai il maledetto fra tutto il bestiame e fra tutte le bestie selvatiche! Tu camminerai sul tuo ventre e mangerai polvere tutti i giorni della tua vita”. Qui la cosa strana è che Dio sembra accreditare la versione che hanno dato l’uomo e la donna di quanto è accaduto e condanna il serpente ad una condizione infame, da verme, per tutta la durata dei suoi giorni, quindi senza possibilità di riscatto. Non gli dà nemmeno la possibilità di replicare e difendersi, come avevano fatto sia l’uomo che la donna, che avevano scaricato su altri le proprie responsabilità. Il serpente da questo momento in poi diventa il simbolo stesso del “male”, cioè della incapacità di sollevarsi da terra, di ascendere a qualcosa di più alto che non sia la Te.
"Coloro che fanno peggior uso del proprio tempo sono i primi a lamentarsi della sua brevità"
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JEAN DE LA BRUYERE |
SCUSATE LA POLVERE |
«Quando pensi che qualcosa ti stia rovinando la vita, quel qualcosa sei tu»
(CHARLIE MUNGER)
LA POLVERE DEL VITTIMISMO
Nel racconto di Adamo ed Eva sono tutti vittime: Adamo, Eva, il serpente, al mela e anche il Signore. Anzi, il Signore è la prima vittima: aveva chiesto un favore ad Adamo, una cosa da niente, non mangiare la mela. Puoi mangiare la banana, la pera, il mango e l’albicocca, ma la mela, per favore, no. Macchè! Non puoi chiedere un piacere a qualcuno che ti tradisce. Adamo ed Eva sono stati puniti, il serpente viene maledetto e finisce pancia a terra tutta la vita e la mela viene mangiata. Più vittima di così. Dunque tutti vittime. Ma ad ogni vittima dovrebbe corrispondere un carnefice. Infatti, anche in questa storia, chi prima era vittima dopo diventa carnefice. Cosa ci insegna la storia di Adamo ed Eva? Che qualunque vittima può diventare carnefice. Il Signore prima è vittima ma poi diventa carnefice nei confronti di tutti lanciando loro la sua maledizione. Il serpente fa il carnefice nei confronti della donna e poi diventa vittima di Dio. Capiamo da questo racconto che quello della vittima è un ruolo momentaneo. Non è una caratteristica caratteriale. Non è un’attitudine ma una funzione, cioè un atto. Infatti non si è vittima, ma si fa la vittima. Diventa semplice quindi capire l’importanza di scrollarsi di dosso la polvere del vittimismo, la durata del fare la vittima è comunque limitata. Uno lo può fare anche per tutta la vita, se ci tiene, ma se vuole può smettere di farlo in qualsiasi momento. Sembra incredibile ma è così.