PUNTEGGIATURA |
«Ecco l’agnello di Dio!»
(Giovanni 1,29)
IL PUNTO ESCLAMATIVO Nel vangelo secondo Giovanni, il Battista se non battezza il Messia, però lo indica: «Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo». Il termine “ecco” nel greco è praticamente un imperativo: “guarda!” “vedi!”, e infatti questo è il dono che il Battista ha avuto: poterlo riconoscere e indicare. Non è un caso infatti che chi scrive abbia usato il punto interrogativo. Per la sua forte espressività la parola «Ecco» sostituisce il verbo al modo imperativo che rappresenta una esortazione, un ordine o un comando. «Ecco» è un avverbio che richiama l’attenzione su un fatto già percepibile o un’apparizione improvvisa, introduce una narrazione richiamando l’attenzione sull’inizio della stessa narrazione. Quale traduzione sia migliore per il participio del verbo airo, che i dizionari di greco biblico rendono sia con “toglie” che con “prendere su di sé” , non è molto importante, quello che conta è che il verbo airo significa anche “eliminare, far sparire, annullare”, e implica una dimensione di espiazione, che non riguarda solo la morte di Gesù in croce, ma tutta la sua vita.
"Ci sono punti esclamativi che vanno in punta di piedi e altri che saltano"
FABRIZIO CARAMAGNA |
PUNTO ESCLAMATIVO |
Una volta io gli dissi: “Dio è un punto interrogativo”
e lui mi rispose: “No, un punto esclamativo”
(Oriana Fallaci)
DIVIETO DI SOSTA: LASCIARE LIBERO IL PUNTO ESCLAMATIVO
Dio non è un punto interrogativo, ma un punto esclamativo. È il punto esclamativo dello stupore, della meraviglia, è il punto esclamativo sulla vita e sui giorni, di chi si sente amato e ama, di chi spera nonostante tutto, di chi mette al centro la sapienza insieme a un pizzico di follia. Con la religione cristiana invece il credente sembra aver acquisito più padronanza di sé, maggiore disincanto, minore ingenuità. Egli infatti ha sempre davanti a sé un modello ben preciso da imitare: Gesù Cristo, come "vero uomo e vero Dio".
L'identificazione con Cristo e la sequela della sua parola possono portare a comportamenti che possono sembrare folli a chi non crede in Dio, proprio perché qui viene richiesta una partecipazione attiva, con tanto di spirito missionario.
Quali sono le follie dei credenti? E’ folle chi sacrifica sé stesso per gli altri, è folle colui che
predica la parola e fa conoscere il Cristo, è folle chi ama il prossimo, l’affamato, il bisognoso. Amare significa anche avere tempo. Chi ama, non
tiene il proprio tempo solamente per sé; nel suo tempo si inserisce l'altro. Chi ama il tempo lo trova. Punto esclamativo!