PUNTEGGIATURA |
«Una voce proclama: nel deserto preparate la via del Signore»
(ISAIA 40,3)
I DUE PUNTI «Una voce proclama: nel deserto preparate la via del Signore» Se cambiamo la punteggiatura, spostando posizione ai due punti, leggeremo Marco 1,3 «Una voce grida nel deserto: preparate la via del Signore».
Nel testo di Isaia l’araldo proclama il ritorno degli Israeliti dall’esilio babilonese: nel loro viaggio verso la patria sono preceduti dal Signore e, come in processione, attraversano il deserto che è reso percorribile. Nel caso in cui seguiamo il profeta Isaia, la parola «deserto» è quella più importante e su cui pone l’attenzione lo scirttore. “Deserto è gran parte di quel vasto territorio che separa Babilonia da Gerusalemme. Deserto significa, spiritualmente, anche quella disperazione, sfiducia, desolazione che avevano invaso gli esuli. La versione usata da Isaia corrisponde anche al parallelismo e al contenuto: la voce non deve riecheggiare nel deserto, ma è nel deserto che la strada va preparata.
Gli evangelisti, operando una significativa trasformazione del testo sulla base della traduzione greca pongono l’accento sulla «voce» che grida e fanno del deserto il luogo della predicazione del Battista e il simbolo di ogni realtà dove è possibile incontrare Dio.
"Punto! Due punti! Ma sì fai vedere che abbondiamo"
TOTO' PEPPINO E LA MALAFEMMINA |
I DUE PUNTI |
«Condividi il cammino con quelli che sanno che bisogna sempre spingersi oltre gli orizzonti conosciuti»
PAULO COELHO
I DUE PUNTI PORTANO NEL REGNO DEI CIELI
I due punti introducono una pausa intermedia tra il punto e la virgola e vengono usati per ottenere diverse funzioni sintattiche e testuali, come quelle dichiarativa, presentativa e argomentativa, o per introdurre il discorso diretto. Dopo i due punti il lettore si aspetta un elenco, un chiarimento, un discorso o una dichiarazione. I due punti anticipano una conseguenza di un fatto già illustrato, aprono la finestra delle possibilità, danno vita a dibattiti e discussioni, e allargano gli orizzonti. Chiedersi come aprire la mente e allargare i propri orizzonti è il primo passo verso un nuovo modo di intendere il mondo, più libero e accogliente. Un metodo sicuramente molto utile ce lo spiega l’evangelista Matteo (18, 1-5) «se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli»: uno dei modi per aprire gli orizzonti è quello di imparare a stupirsi come dei bambini. I bambini dicono le cose così come le percepiscono, schiettamente e senza filtri e perché, tante volte, prestano la loro voce a Dio e Lui ti comunica le cose attraverso di loro, attraverso le loro frasi, i loro atteggiamenti, le loro riflessioni semplici e ingenue. Ritornare bambini vuol dire assumere lo sguardo di Dio sulla creazione e dire che è cosa molto buona. I due punti sono porte sempre aperte al cambiamento.