PIUME AL VENTO |
«Gli disse Gesù: «In verità ti dico: questa notte stessa, prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte»!»
MATTEO 26,34
IL GALLO DELLA PASSIONE
I quattro vangeli ricordano unanimemente il canto del gallo nel contesto della Passione, quando a Pietro che gli ostenta la sua fedeltà anche a costo della morte, Gesù annuncia che, nel momento della prova, intorno alla terza delle quattro veglie notturne, detta appunto "del canto del gallo", l'avrebbe rinnegato tre volte. Il canto del gallo oltre che scandire l'ora del rinnegamento, a Pietro ricorda le parole di Gesù, rivela la sua umana fragilità, favorisce l'incontro del suo sguardo con quello mite di Gesù, suscitandogli il pentimento accompagnato dal pianto. Al di là della sua presenza concreta, conta, ed è importante, il valore simbolico della funzione di questo animale nel contesto della Passione. Il canto del gallo che preannuncia il sorgere del sole, di fatto, annuncia che la bontà misericordiosa di Dio precede l'aurora e vince le tenebre del peccato, dando inizio a una vita nuova.
"Il gallo può cantare ma è la gallina che fa l'uovo"
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MARGARETH THATCHER |
UN BATTITO D'ALI |
«Su, mortali, destatevi. Il dí rinasce: torna la verità in sulla terra, e partonsene le immagini vane»
«Cantico del gallo silvestre» Giacomo Leopardi
PERCHE' E' BELLO DORMIRE
Il Cantico del gallo silvestre è collocato in penultima posizione nelle edizioni delle Operette morali. Il carattere dell’operetta, infatti, trasmette al lettore un senso di inesorabilità nell’indicare il nulla verso il quale si dirige l’esistenza umana. Qui Leopardi ci racconta di una creatura leggendaria, un enorme gallo con le zampe che poggiano sulla terra e la testa che tocca il cielo, che secondo i saggi ebrei avrebbe cantato un Cantico, in tempi antichissimi, in cui spiegava il motivo per cui gli esseri viventi hanno bisogno di dormire. Questo Cantico è stato riportato su un’antica pergamena che Leopardi ci dice di essere riuscito a tradurre. Il mondo dei sogni è il mondo delle illusioni, in cui dimentichiamo momentaneamente la realtà, le sofferenze della vita. Per questo è così brutto svegliarsi: perché dobbiamo abbandonare i bei sogni per rimetterci sulle spalle il peso dell’arido vero. Chiaro invece è il messaggio che comunica ai «mortali»: la vita è un progredire costante e implacabile verso la morte. Il sonno stesso preannuncia la condizione di morte, perché poiché la vita (che nel discorso del gallo è male) non sarebbe sopportabile se non fosse interrotta molto spesso da stati di incoscienza, ossia dal sonno.